UJA DI MONDRONE 2964 m
Località: Valli di Lanzo (TO), precisamente Val d'Ala Partenza e arrivo: Balme, frazione Molera 1450 m circa Dislivello: 1500 m Tempo di salita: 3 h 50 min Difficoltà: F Attrezzatura necessaria: scarponi robusti, casco Effettuato l'ultima volta: 26/07/2020 Traccia gps: gpx |
Note
L'antica Mons Dreonis, nota oggi come Uja di Mondrone, si presenta come una piramide perfetta e per le sue ardite forme fu denominata "Cervino delle Valli di Lanzo". La roccia, un serpentino color ruggine, è in genere molto salda e ben si presta all'arrampicata, come lo denota il notevole numero di itinerari di roccia sui suoi versanti. Salita la prima volta nel 1857 dall'ingegnere del catasto Antonio Tonini, segnerà 17 anni più tardi una data storica per l'alpinismo nostrano: il 24 dicembre 1874 viene infatti salita da Martelli, Vaccarone e dalla celebre guida alpina di Balme Antonio Castagneri (Toni 'd Tuni), dando così inizio alle salite invernale, sino ad allora non praticate.
Dalla sua vetta, dove si trovano un monumento bronzeo a ricordo del 150° anniversario della salita e la caratteristica campana, si può godere di un eccezionale panorama sulle Valli di Lanzo e sulle vallate limitrofe.
In questa relazione è descritta la via normale da Molera per il versante Sud-Est, via caratterizzata da passaggi rocciosi di difficoltà valutabili intorno al II grado (a parte un breve passaggio di III grado). Sebbene non siano difficili, alcuni di tali passaggi sono esposti sui ripidi canaloni sottostanti, per cui richiedono cautela; i due passaggi più impegnativi ed esposti sono facilitati da corde fisse (cavi d'acciaio). La pendenza è sempre accentuata, in quanto i 1500 m di dislivello della salita si svolgono su poco più di 4 km.
È necessaria una nota sul numero di percorsi che affollano il versante di salita, dove sono attualmente tracciate due vie normali: una è la vecchia via di salita all'Uja, segnata anni or sono in tacche di minio, ora scarsamente visibili, l'altra è stata tracciata più di recente (2008/2009) con numerose tacche bianche-rosse. Se non si è profondi conoscitori della zona, è opportuno seguire il nuovo tracciato, meglio segnato e più evidente. Purtroppo anche le tacche della nuova via hanno risentito del passare degli anni, e attualmente (estate 2020) sono anch'esse sbiadite. In ogni caso tenendo in considerazione che la nuova via passa più sulla sinistra rispetto a quella vecchia, e che è segnata da tacche bianche-rosse (al contrario delle tacche solo rosse della vecchia via), con un minimo di attenzione non ci dovrebbero essere problemi a imboccare il percorso migliore. A complicare un poco le cose, anche sulla nuova via sono presenti alle volte tacche che portano a seguire percorsi in parte paralleli, ma di paragonabile difficoltà.
Nonostante il percorso sia ben segnato (seppur in modo un po' confusionario), la salita è comunque sconsigliabile in caso di nebbia, purtroppo molto frequente in questa zona; per evitare questo spiacevole inconveniente è bene partire presto al mattino.
In generale salita divertente e non difficile, ma che richiede esperienza e passo sicuro. Sconsigliabile con terreno non asciutto.
Salita
Da Molera (1450 m circa) imboccare il sentiero diretto al Bivacco Molino; superato un primo tratto in un rado bosco di frassini si giunge ad una radura. Il sentiero attraversa uno sterrato e tocca le baite del Pian Bosc 1673 m, dove vi è un bivio: tralasciare il sentiero GTA che porta al Lago Vasuero e al Colle del Trione e seguire le indicazioni per il Bivacco Molino. Continuare lungo il bel sentiero fino a poco sotto l'Alpe le Piane (quota 2000 m circa), dove si trova un bivio: abbandonare il sentiero per il Bivacco Molino e svoltare a sinistra per l'Uja di Mondrone. Proseguire per un breve tratto in falsopiano, poi, dopo poco più di 200 m, abbandonare il sentiero balcone che porta al Lago Mercurin e svoltare a destra (indicazioni su roccia), risalendo il ripido versante Sud-Est dell'Uja, fino ad incontrare la scritta INIZIO-FINE (2470 m circa), che indica l'inizio della seconda parte della salita (di qui in poi è consigliabile indossare il casco).
Superate delle prime facili placconate rocciose, le tacche si biforcano: alcune tacche rosse portano a risalire direttamente un canalino di rocce che ci si trova di fronte, mentre altre (bianco-rosse) lo aggirano con un semicerchio sulla destra (consigliabile). Poco sopra, circa dove si incontrano questi due tracciati appena menzionati, porre attenzione a non seguire le tacche rosse della via vecchia (sulla destra), ma tenersi sulla sinistra, seguendo le recenti ma ormai sbiadite tacche bianco-rosse; purtroppo tale bivio non è ben visibile, quindi porre attenzione. Il percorso risale per facili placconate e tratti di sentiero fino ad arrivare alla base di un breve camino verticale ben appigliato (III), facilitato da un cavo d'acciaio. Superatolo, proseguire per altre facili placconate (II), fino ad incontrare un bivio (circa a quota 2800 m): proseguire sulla destra (andando a sinistra si raggiunge la via proveniente dal Lago Mercurin). Superata una seconda corda fissa, caratterizzata da uno stretto passaggio finale, ancora poche placconate e brevi tratti su sfasciume portano in vetta (3 h 50 min).
Discesa
Per la via di salita.
Galleria Fotografica
Cartina del percorso
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